AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

5 maggio 2014

INDEGNI!

Abbiamo scritto una delle pagine più brutte della storia recente del Livorno Calcio. Anzi, HANNO scritto. Perché noi da questa squadra, da questi giocatori (eccezion fatta per alcuni, tra cui una citazione particolare la merita il monumentale Paulinho) non ci sentiamo rappresentati. Non più. Non più dopo la vergognosa partita di Udine. Era la partita decisiva, da dentro o fuori, da giocare con il sangue agli occhi. E invece abbiamo assistito ad uno spettacolo deprimente, con cinque reti subite nella prima frazione di gara. Una disfatta.
E pensare che il match aveva assunto inizialmente connotati estremamente positivi: prima la rete del vantaggio siglata dal solito, immenso Paulinho; poi il rigore parato da Anania a Di Natale. Sembravano tutti segnali incoraggianti per una giornata finalmente positiva. Invece la pochezza difensiva di questa squadra, la scarsa qualità morale di alcuni singoli la hanno trasformata in un inferno. Ed è stato toccato il fondo. Peggio di così non si può.
Da queste pagine abbiamo sempre sostenuto la squadra, abbiamo sempre spinto a crederci, a non mollare, ad incitare questi ragazzi. Ma ad essere presi per il culo non ci stiamo. Qui c'è gente che in questo finale di stagione non ha neanche bisogno di fare la doccia al termine della partita; c'è gente a cui del Livorno non gliene frega niente, perché tanto sa già che il prossimo anno sarà da un'altra parte. E stavolta bisogna fare i nomi, perché non ne possiamo più. 
Pensiamo a Belfodil, che ha un ingaggio faraonico e che in campo non versa neanche una goccia di sudore; pensiamo a Benassi, che nelle ultime settimane è diventato un fantasma, evidentemente perché ha la testa rivolta solo al Torino, sua futura squadra; pensiamo a Duncan, che sembra cercare più gloria personale che utilità per il collettivo; pensiamo a Greco, che avrebbe dovuto essere uno dei trascinatori di questa squadra e che invece neanche ti accorgi che è in campo. A ciò aggiungiamo gli errori inverosimili di alcuni singoli, tra cui spiccano quelli di Coda, protagonista di un'annata disastrosa. La frittata è così fatta.
Diversi dei componenti di questa squadra la prossima stagione avranno la fortuna di giocare ancora in serie A, guardando gli amaranto solamente dall'alto, come un'esperienza lontana. Ma a Livorno hanno dimostrato solo una cosa: di non essere uomini.


Davide Lanzillo

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