AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

13 aprile 2014

SCONFITTA CATASTROFICA, MA CREDERCI ANCORA E' UN OBBLIGO

Una giornata da incubo. Una sconfitta infame che riduce non di poco le chance di salvezza. L'inferno della serie B tremendamente sempre più vicino. 
E pensare che niente avrebbe fatto pensare ad un finale così amaro. Le premesse erano tutte positive: una cornice di pubblico fantastica, il ricordo di Morosini affidato ai bambini delle scuole calcio, una rete dopo appena sei minuti di gioco che pareva mettere la partita in discesa. Tutto sembrava incalanarsi sui binari giusti. Invece il Chievo pareggia subito, poi passa addirittura in vantaggio. Il Livorno trova la forza di trovare il 2-2, ma nel recupero del primo tempo si rende protagonista della solita, grossolana disattenzione difensiva che porta alla rete del 2-3: è una mazzata per tutti, squadra e tifosi. Quando il Chievo nella ripresa trova anche la quarta rete cala il sipario. The end. 
E così la speranza, l'ottimismo, l'entusiasmo lasciano il posto ai fischi, alla rabbia, alle offese. Finisce con la squadra sotto la curva a subire gli insulti pesanti ed eccessivi di un piccolo manipolo di tifosi, mentre i più non hanno più la forza e la voglia né di applaudire, né di gridare: c'è solo delusione. Delusione per quella che doveva essere la partita della svolta, e che invece potrebbe aver firmato la nostra condanna. Se infatti prima era dura, adesso lo è enormemente di più. Salvarsi sarebbe un'autentica impresa. Tuttavia dobbiamo continuare a provarci, a crederci ancora, tentare di rimanere attaccati al treno salvezza. Sbracare non avrebbe senso. Ci sono cinque partite da giocare, 15 punti ancora in palio. Lottiamo, fino all'ultimo respiro. Come ci ha insegnato il Moro.


Davide Lanzillo 

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