AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

23 febbraio 2014

UN LIVORNO DAI DUE VOLTI: PRIMA LA DISFATTA, POI LA QUASI IMPRESA

La partita con il Verona costituisce la sintesi perfetta di questa stagione del Livorno: momenti di difficoltà assoluta alternati a momenti esaltanti; attimi di passività e impotenza e attimi travolgenti; periodi di stasi ed altri in cui si cerca di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Il Livorno di quest'anno è così: un po' matto e imprevedibile. E il Verona ne sa qualcosa: dopo un primo tempo in cui ha fatto a fette la squadra amaranto, ha dovuto tremare di fronte all'improvviso ritorno di fiamma di Paulinho e compagni. Il cuore messo in campo nella ripresa però non è bastato a riequilibrare il risultato: d'altra parte recuperare lo 0-3 maturato nel corso dei primi 45 minuti di gioco avrebbe costituito un'impresa non da poco. Un'impresa solo sfiorata con le reti di Paulinho e Greco nel giro di 60 secondi.
La prima frazione di gara è stata però da incubo: con troppa facilità gli uomini di Mandorlini arrivavano al tiro, con di fronte una retroguardia troppo molle e spesso disattenta. Purtroppo le assenze hanno pesato, eccome se hanno pesato. Ma era prevedibile: giocatori come Luci o Ceccherini non sono facilmente sostituibili in questa squadra.
Anche qualche scelta tattica ha suscitato non poche perplessità: giocare con una difesa a tre composta interamente da giocatori lenti e macchinosi contro un tridente che fa della velocità sugli esterni il suo punto di forza si è rivelato un suicidio tattico. Non a caso il Livorno è cresciuto nella ripresa, quando Di Carlo ha deciso di utilizzare una difesa a quattro. Tutto ciò ha agevolato un Verona già forte di suo, che naviga con merito nei piani alti della classifica da inizio campionato.
La cosa che dispiace di più è che la sconfitta sia arrivata in una partita così sentita, caricata di molti (e forse troppi) significati durante la settimana. Fra l'altro ormai è un dato di fatto: quando carichiamo di troppa importanza certe partite finisce sempre male. Era già avvenuto nello scorso campionato, contro lo Spezia e lo stesso Verona. Forse sarebbe meglio smetterla di "pompare" il valore di certe sfide. Anche solo per scaramanzia.

Davide Lanzillo

17 febbraio 2014

IL LIVORNO SI FA IL REGALO DI COMPLEANNO. E ADESSO BASTA CON LE POLEMICHE

168 giorni: tanto è durata l'astinenza di successi in trasferta. Dal trionfo del 31 agosto a Reggio Emilia contro il Sassuolo abbiamo dovuto attendere fino al 16 febbraio per riassaporare il dolce sapore dei 3 punti lontani dal Picchi. Il 2-1 di Cagliari interrompe il digiuno e sfata un tabù: mai infatti il Livorno nel corso della sua gloriosa storia aveva ottenuto una vittoria in casa dei sardi. Vittoria che soprattutto ci riporta dopo lungo tempo in zona salvezza: il modo migliore di festeggiare il compleanno della società amaranto, nata il 14 febbraio 1915 (anche se la notizia venne resa pubblica soltanto tre giorni dopo).
Ebbene sì, non siamo più in zona retrocessione: fosse finito oggi il campionato, ci saremmo garantiti un altro anno di serie A. Strano a dirsi. Basta riavvolgere il nastro ad appena un mese fa per renderci conto di come siano cambiate le cose: la squadra sembrava allo sbando, la società in clima di smobilitazione, molti tifosi già rassegnati al peggio. Ma il bello (e il brutto) del calcio è proprio questo: tutto in un attimo può cambiare e ciò che valeva ieri non vale più oggi. Con il cambio di allenatore si è verificata una scossa: i 7 punti in quattro partite parlano da soli, senza considerare che sarebbero potuti essere tranquillamente di più...
Non solo molti tifosi apparivano già rassegnati, ma anche diversi media nazionali davano già il Livorno per spacciato, indicandolo come vittima predestinata. Il messaggio che invece ha mandato questa squadra è chiaro: per la salvezza ci siamo anche noi. Comunque andrà a finire avremmo avuto almeno la possibilità di lottare. E' questo che anche i ragazzi della Curva Nord devono mettersi in testa. Da troppo tempo si sentano solo contestazioni, con un sostegno alla squadra che si è fatto via via più tiepido: un clima assurdo per una squadra che deve garantirsi la sopravvivenza nel massimo campionato. Una contestazione iniziata anche con motivi validi, ma che adesso sta assumendo contorni stucchevoli e logoranti. Se infatti era lecito richiedere a gran voce uno sforzo della società nel mercato di gennaio, va riconosciuto anche che tale richiesta è stata soddisfatta. Eppure la frangia estrema della tifoseria sembra andare alla ricerca estenuante di cavilli quasi imbarazzanti per continuare la sua protesta nei confronti della società: aggrapparsi al numero dei giocatori in prestito rasenta il ridicolo...
Per il bene del Livorno sarebbe più opportuni che i ragazzi della curva tornassero a fare ciò che gli riesce meglio: il tifo. Rendere di nuovo il Picchi una bolgia, come soltanto loro sapevano e sanno fare. Solo tutti uniti si può raggiungere la salvezza. 

Davide Lanzillo

3 febbraio 2014

IL MERCATO? STAVOLTA E' POSITIVO. E A CATANIA E' UN BEL LIVORNO

Che rabbia...tre volte in vantaggio e tre volte recuperati, con la rete del definitivo 3-3 arrivata a soli due minuti dal termine. Vincere avrebbe significato dare uno scossone alla nostra classifica: avrebbe significato trovarsi con quattro squadre alle spalle e dare il virtuale colpo di grazia al Catania. Il punto può comunque essere visto in maniera positiva, per due motivi: 1) avremmo firmato per un pareggio alla vigilia; 2) tutte le altre squadre impegnate nella corsa salvezza hanno perso. E poi soprattutto abbiamo visto una squadra viva, determinata e incisiva in attacco, con un Emeghara rigenerato dalla cura Di Carlo. Peccato per le disattenzioni difensive, anche se va detto che due delle tre reti siciliane sono arrivate in sospetta posizione di fuorigioco.
E' doveroso ora parlare del calciomercato appena concluso, calciomercato considerato da molti vero spartiacque della stagione. Avevamo invitato il presidente Spinelli a rinforzare la squadra, e stavolta non abbiamo niente di cui lamentarci. A parte la cessione di Schiattarella (a proposito, certe sue dichiarazioni sono risultate poco rispettose verso il Livorno e verso Livorno), nessun titolare è stato ceduto, con offerte anche importanti per Paulinho, Siligardi ed Emerson respinte al mittente. Sono arrivati invece tre rinforzi, e si tratta di tre rinforzi veri: Castellini porta esperienza al reparto difensivo, Mesbah è l'esterno sinistro che tanto ci mancava, ma è soprattutto Belfodil a costituire il vero colpo. Basta pensare che sulle sue tracce c'era mezza serie A, con società che offrivano al giocatore ben più di quello offerto dal Livorno: solo per questo motivo il ragazzo merita tutta la stima dei tifosi livornesi. Dopo tanti rifiuti c'è chi finalmente ha messo Livorno davanti a tante altre realtà.
Certo, fosse arrivato anche un centrocampista sarebbe stato ancora meglio, ma anche così il bilancio può risultare positivo: dopo tante esperienze negative, finalmente usciamo dal mercato di gennaio rinforzati. Eppure sui social network c'è una minoranza che ancora si lamenta, che non è soddisfatta neanche dell'arrivo di Belfodil. Risulta difficile entrare nella testa di certe persone: l'arrivo di un talento come il franco-algerino era fuori dalla portata dei sogni anche del più ottimista dei tifosi. Ma tant'è, a Livorno c'è sempre chi si lamenta e chi si diverte a pronosticare un futuro catastrofico. E' da agosto che si sente dire che "cascheremo dal giornale": siamo a febbraio e siamo ancora in piena corsa per la salvezza. Alla faccia di chi ci gode quando il Livorno perde.
 
Davide Lanzillo

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