AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

27 gennaio 2014

LA SALVEZZA E' ANCORA POSSIBILE: SPINELLI FRUGATI

Il campionato ha ancora un senso: ecco il messaggio che ci lascia la vittoria con il Sassuolo. Perdere avrebbe significato prenotare un biglietto di sola andata per la serie cadetta, vincere ci ridà invece speranza. Il successo tra l'altro è anche arrivato in maniera netta, chiara, senza discussione: dopo neanche mezz'ora il Sassuolo si è trovato sotto di tre reti, senza sapere da che parte voltarsi per dare un significato alla sua trasferta a Livorno.
La tanto attesa scossa con il cambio di allenatore è arrivata. Adesso però non facciamoci prendere dall'entusiasmo: la situazione rimane ancora difficile e se il campionato fosse finito oggi saremmo in  serie B. La soddisfazione di essere ancora in gioco è però enorme: chi non aveva il terrore di trovarsi oggi già retrocesso?! Invece possiamo ancora sperare, e soprattutto lottare. Basta soltanto che Spinelli mantenga la calma senza fare voli pindarici: i rinforzi sono ancora necessari, non basta una vittoria per cancellare tutto. Su questo punto è stato deciso anche il nuovo tecnico Di Carlo, che avrà il più che difficile compito di non far sentire troppo la mancanza di Davide Nicola, il cui affetto da parte della tifoseria è stato dimostrato ancora una volta con un lungo striscione apparso in curva Nord durante la partita.
Di Carlo ha avuto senza dubbio il merito di riportare un po' di ordine in questa squadra: Mbaye, grazie anche all'arrivo di Castellini, è stato riportato sulla corsia destra, suo ruolo naturale; Emeghara ha giocato finalmente in posizione centrale come avveniva a Siena e non più largo sulla fascia; in difesa è stato riproposto il terzetto che aveva iniziato il campionato. Poche mosse che sembrano aver dato maggiore fiducia alla squadra, che nelle ultime uscite aveva accusato un vistoso calo di autostima. Con questo naturalmente non vogliamo dare colpe alla precedente gestione di Nicola: anche Di Carlo con questa squadra avrà da sudare non poco per raggiungere la salvezza. Ripetiamo, servono rinforzi. Capito Aldo?!
 
Davide Lanzillo

19 gennaio 2014

COL SASSUOLO NIENTE CONTESTAZIONI: E' LA PARTITA DELLA VITA

Da tifoso non esiste peggior cosa che desiderare dopo appena pochi minuti di gioco che la partita finisca il più in fretta possibile. Non ti resta che sperare che l'agonia cessi rapidamente. A Roma la sensazione è stata questa. Dopo le primissime fasi di gara avevi già capito quale sarebbe stato l'andazzo: partita a senso unico, giocata ad un'unica porta. Il 3-0 finale sta addirittura  stretto ai giallorossi. Il Livorno non è pervenuto: zero occasioni, zero gioco, zero carattere. Bisogna cambiare atteggiamento, e subito. Il destino non è infatti ancora segnato. Strano a dirsi, ma dopo appena un punto in nove partite siamo ancora in corsa per la salvezza: Chievo, Bologna e Sassuolo distano solo 4 punti. E proprio il Sassuolo sarà il nostro prossimo avversario, atteso domenica all'Ardenza. Sarà la partita della vita: in caso di successo le speranze di salvezza si riaprirebbero in maniera clamorosa; in caso di sconfitta potremmo già recitare il De profundis. E' proprio per l'importanza della partita che ci aspetta che bisogna evitare contestazioni pesanti e feroci, come invece sembrano presagire alcune voci. Saranno novanta minuti troppo importanti per il futuro del Livorno: sarebbe un peccato e controproducente consumarli dando vita a critiche e contestazioni. Saranno novanta minuti in cui anzi sarà necessario più che mai sostenere la squadra: chi vuole bene al Livorno dovrà fare solamente questo. Le contestazioni eventualmente posticipiamole al fischio finale. Durante la partita invece no, a prescindere dall'andamento che prenderà dovremo stare vicini ai nostri colori. 
Domenica rappresenta un crocevia importantissimo per il nostro futuro: non facciamoci del male con le nostre mani.

Davide Lanzillo

12 gennaio 2014

I 7000 ABBONATI MERITANO RISPETTO

Doveva essere la partita della svolta, e in un certo modo lo è stata. In negativo però. Sconfitta pesantissima che molto probabilmente farà saltare il posto di Nicola, che segna la definitiva spaccatura fra squadra e tifosi e che sa tanto di retrocessione. Un clima tristissimo. Un clima inimmaginabile solo tre mesi fa, quando la squadra sembrava andare a mille anche in un campionato duro come la serie A. Poi il crollo. Una sconfitta dietro l'altra. Sempre più giù in classifica. Partite-svolta ogni volta sbagliate. Sta diventando una disfatta. 
La situazione è dura che più di così non si può, ma tutto sommato non sarebbe ancora impossibile. Le altre squadre che lottano per evitare la retrocessione non stanno facendo molto meglio: sembra quasi una gara a chi fa peggio. Questo ci consente di restare ancora attaccati al treno salvezza. C'è chi però sembra non capirlo. Il riferimento è naturalmente rivolto al presidente Spinelli, che invece di investire il necessario per tentare di ottenere una ancora raggiungibile permanenza in serie A sembra intenzionato a smobilitare tutto. E' vergognoso. In questo modo si mette contro anche tutti coloro che fino ad oggi lo hanno difeso. Così manca di rispetto a quelle 7000 persone che hanno fatto sacrifici pur di pagarsi un abbonamento allo stadio. Queste 7000 persone non si meritano di vedere una squadra già retrocessa a gennaio. Queste 7000 persone non pretendono la salvezza per forza: vogliano solamente avere la possibilità di poter lottare fino a maggio.
E' forse chiedere troppo?

Davide Lanzillo


6 gennaio 2014

NON CE NE VA BENE UNA...

Che stile questi fiorentini. Una tifoseria che piange ed insulta, un presidente che definisce "farabutto" il povero Rinaudo, "colpevole" di aver compiuto un normalissimo fallo di gioco ai danni di Giuseppe Rossi. E' forse colpa di Rinaudo se Rossi ha le ginocchia di cristallo?! Eppure i fiorentini non hanno perso occasione per lagnarsi, per crearne un caso mediatico, per aggredire ed inveire contro un giocatore la cui unica colpa è di aver compiuto un fallo come se ne vedono a decine in ogni partita di calcio. Mah... Questi fiorentini si dimostrano essere non molto diversi dai loro acerrimi nemici juventini: sanno solo piangere anche quando vincono, sanno solo aggredire ed insultare con l'arroganza di chi si crede superiore. Auguriamo con tutto il cuore alla Fiorentina di non raggiungere alcuno dei propri obiettivi stagionali.
Chiusa questa breve ma necessaria parentesi, possiamo analizzare a mente fredda ciò che si è visto in campo. Il risultato ha dato ragione ai viola, ma se diciamo che il Livorno avrebbe meritato almeno il pareggio nessuno può contraddirci. La partita era stata preparata perfettamente da Nicola: squadra corta, compatta, attenta a chiudere ogni spazio alla manovra dei palleggiatori viola e pronta a ripartire negli spazi che inevitabilmente si sarebbero creati. Il primo tempo è scivolato via così senza grossi sussulti e anzi, l'unico grande acuto è stato prodotto dagli amaranto, con un'azione di contropiede letale fermata per un fallo più che dubbio. Peccato, perché il Livorno avrebbe potuto chiudere la prima frazione di gara in vantaggio: chissà che partita avremmo visto... Purtroppo, però, non è la prima volta che certe decisioni arbitrali ci vengono contro.
Nella ripresa la Fiorentina ci prova di più, costringendo Bardi a un intervento super. L'occasione più clamorosa è tuttavia ancora per il Livorno, con un colpo di testa di Mbaye che colpisce la traversa della porta difesa da Neto. Gli episodi però ci puniscono ancora una volta: mentre il colpo di testa di Mbaye va ad infrangersi sulla traversa, quello di Rodríguez si insacca in rete e si rileverà determinante per le sorti del match. Il Livorno infatti cercherà il pareggio, andando clamorosamente vicino al gol in un paio di circostanze, ma un pizzico di sfortuna e le decisive parate di Neto impediscono di conquistare un punto che sarebbe stato strameritato.
Sia chiaro, non è che il Livorno abbia dominato la partita, anzi: il possesso palla è stato a lungo nelle mani della Fiorentina, ma si è trattato di un possesso palla sterile, mai veramente incisivo. Il Livorno ha fatto la partita che deve fare una squadra che si trova al cospetto di un avversario nettamente superiore da un punto di vista tecnico: difesa solida, squadra compatta, raddoppi di marcatura continui. Inoltre, a differenza delle ultime apparizioni in trasferta, abbiamo finalmente visto un Livorno da battaglia: pressing continuo, contrasti decisi, volti mai domi. Insomma, quella sana cattiveria agonistica indispensabile per una formazione che deve salvarsi.
Ora diventerà quasi fondamentale la sfida con il Parma: se dovesse arrivare una sconfitta, la situazione si farebbe terribile. Dovrà arrivare necessariamente un risultato positivo, non importa come. Con le buone o con le cattive dovremo fare nostra la partita. Vincere per continuare a sperare. Per il resto siamo (purtroppo?) nelle mani di Spinelli.

Davide Lanzillo

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