AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

28 aprile 2013

ALTRE TRE SFIDE PER UN FINALE TUTTO DA VIVERE


-3. Ancora tre partite da vivere con il fiato in gola. Anche la seconda delle cinque finali conclusive è stata vinta, ma non è ancora tempo di rilassarci. Il Livorno ha vinto, ma lo stesso hanno fatto Verona ed Empoli, che non sembrano avere alcuna intenzione di mollare. Noi però andiamo avanti per la nostra strada, consapevoli di avere le redini del nostro destino nelle nostre mani: siamo ancora noi ad essere gli inseguiti, mentre la parte degli inseguitori spetta ad altri. E non è un vantaggio da poco.
Iniziamo a vedere il traguardo finale, ma sono proprio gli ultimi metri ad essere quelli più duri. Non per questo dobbiamo avere però il minimo timore: l'ansia quella sana è giusto averla, non esiste impresa che sia conquistata senza sentire quel blocco allo stomaco che ti appesantisce sì un po', ma che allo stesso tempo ti spinge a tirar fuori tutto quello che hai dentro; ma paura no, quella mai. E perché dovremmo averla?! La squadra è forte, parliamoci chiaro: 76 punti in 39 partite non si ottengono per caso. E poi abbiamo un gruppo che dire che è favoloso è poco: in campo ci sono ragazzi che sputano sangue per la nostra maglia, ragazzi che affrontano ogni nuova sfida con il nostro stesso sapore. Di loro ci sentiamo orgogliosi, a loro dovremo dire mille volte grazie al termine di questo campionato, a prescindere che il sogno si sia avverato o meno.
Adesso però siamo in gioco e non ci resta che giocare: andiamocelo a prendere questo sogno, andiamoci a conquistare quello che questa squadra e, perché no, anche noi tifosi, meritiamo. 
Affrontiamo le ultime tre sfide come se fosse sì una guerra, ma una guerra in cui non abbiamo niente da perdere: quello che dovevamo conquistare lo abbiamo già conquistato, tutto quello che verrà ancora sarà un qualcosa in più. Non togliamoci la cattiveria e lo spirito di rivalsa che ci hanno animato fino ad ora, ma non perdiamo neanche quella spensieratezza che ci ha spinto fin lassù, dove i sogni si intrecciano con la realtà. Chi ha tutto da perdere sono altri, non noi. 


Davide Lanzillo

21 aprile 2013

VITTORIA SOFFERTA, MA QUEL CHE CONTA SONO I 3 PUNTI

Visto?! Cosa avevamo detto?! Non aspettiamoci favori, qui nessuno ci regala niente. E infatti il Grosseto ha giocato senza fare sconti, mettendo in campo una cattiveria forse anche un po' fuori luogo vista la loro situazione. Alla fine è arrivata comunque la vittoria, ma quanta fatica. Un primo tempo di una sofferenza incredibile e inaspettata, in cui l'unico lampo amaranto è stato l'ennesimo gioiello del campionato di Paulinho. Il secondo tempo è stato invece in discesa, anche perché, come puntualmente accade ai maremmani quando affrontano il Livorno, i biancorossi hanno perso la testa e il carattere, rendendoci il compito più agevole grazie a due espulsioni. Da lì la partita è finita e Paulinho ha potuto arricchire il proprio bottino personale con altre due reti, siglando la sua prima tripletta in maglia amaranto, giusto premio per la fantastica stagione disputata dal brasiliano, ormai prontissimo per calcare palcoscenici più importanti. 
La prestazione non è stata brillante è vero, ma arrivati a questo punto della stagione chi se ne frega: adesso contano solo i risultati. A Grosseto dovevamo vincere e basta, a prescindere dal modo in cui la vittoria fosse arrivata. Altrettanto dobbiamo cercare di fare nelle ultima quattro partite che ci separano dalla fine del campionato, dove più che il gioco e la qualità conterà la forza dei nervi, arma imprescindibile per arrivare a qualsiasi traguardo. 
Anche perché la situazione si sta facendo davvero interessante: aspettando il posticipo del Verona (a proposito, mi raccomando: lunedì sera tutti a gufare davanti alla Tv), lo Spezia (una volta ogni tanto) ci ha fatto una gradita sorpresa battendo nettamente l'Empoli, che così torna ad avere un distacco nei nostri confronti di 10 punti; il tanto decantato e fortissimo Novara ha inciampato in casa con il Modena, pagando dazio lo sforzo profuso per batterci mercoledì scorso e dimostrando che squadre imbattibili non esistono. L'Empoli rimane così l'unica squadra in grado di poter tenere a galla i play-off e, visto che all'ultima giornata c'è Verona-Empoli, è evidente come non possano fare bottino pieno sia azzurri sia scaligeri. Perché questo ragionamento? E' chiaro: con 10 punti nelle ultime quattro partite saremmo matematicamente in serie A. Se infatti il Verona dovesse vincerle tutte (mettendo in conto anche il posticipo di lunedì), significherebbe che l'Empoli non potrebbe andare oltre i 72 punti, il che ci consentirebbe addirittura di poterci permettere anche una sconfitta per avere il margine di 10 punti sulla quarta; se l'Empoli dovesse vincerle tutte, significherebbe che il Verona al massimo potrebbe arrivare ad 81, e sempre facendo 9 punti nelle ultime quattro andremo su in virtù della seconda posizione; se Verona ed Empoli dovessero pareggiare tra loro (sempre dando per scontato che vincano tutte le altre partite), gli scaligeri arriverebbero a 82, mentre gli azzurri si fermerebbero a 73: ciò ci permetterebbe, facendo dieci punti, di mantenere il secondo posto e al tempo stesso di avere 10 punti di vantaggio sulla quarta, dato che comunque sarebbe ininfluente. In quest'ultimo caso non basterebbero, come nei precedenti due, 9 punti, poiché in caso di arrivo a parità con il Verona sarebbero i gialloblù ad essere promossi in virtù degli scontri diretti.
Lo so, vi ho fatto sfasciare la testa con mille calcoli, ed effettivamente è meglio non pensarci: cerchiamo di vincere le prossime tre gare, poi se dovesse mancare ancora un punticino ci penseremo solo all'ultima giornata. Diamo tutto adesso: il nostro futuro dipende dal nostro presente. 

Davide Lanzillo

18 aprile 2013

UNA SCONFITTA CHE NON FA MALE

Cinque partite al termine, un punto di vantaggio da difendere per raggiungere la promozione diretta senza passare dalla forca dei play-off. Un punticino da difendere con le unghie e con i denti per regalarci un sogno. Il destino è nelle nostre mani: se le vinciamo tutte è serie A. E allora perché non provare l'impresa? Le premesse ci sono tutte: una squadra forte, un gruppo unito, un ambiente caldo.
La sconfitta con il Novara non deve scalfire le nostre sicurezze, deve scivolarci addosso e via, pronti a ripartire ancora più carichi di prima.
Sia chiaro, perdere non fa mai piacere, ma motivi per essere positivi anche al termine di questa giornata di campionato ci sono eccome: i veronesi avevano inquadrato questo turno come quello ideale per il sorpasso, forti di un impegno casalingo abbordabile con il Cittadella e vista la nostra sfida con il Novara, la squadra più in forma del torneo. Invece eccoli lì, ancora dietro di noi, costretti ad inseguirci.
Certo, avessimo battuto i piemontesi il sogno sarebbe stato più vicino, ormai quasi a portata di mano, ma quanti di noi avrebbero messo la firma per essere ancora al secondo posto dopo il doppio impegno con Varese e Novara? Lo scoglio più difficile da superare forse è passato, ma la strada da fare è ancora dura, durissima, a partire dalla sfida di Grosseto. C'è chi dirà: "ma il Grosseto è già retrocesso, quelli sono già tre punti da mettere in conto". Mentalità più che mai sbagliata. I maremmani non ci stenderanno certamente tappeti rossi: non dimentichiamoci che a Grosseto non hanno ancora assorbito la cocente sconfitta nei play-off del 2009 e non vedono l'ora di giocarci un brutto scherzo.
Da qui alla fine non aspettiamoci regali da nessuno: contiamo solo sulle nostre forza, contro tutti e tutto. Come piace a noi livornese.

Davide Lanzillo

14 aprile 2013

CIAO MORO

Abbiamo vinto anche per te. Stiamo lottando anche per te. Stiamo sognando soprattutto per te.
Un anno è passato, ma il ricordo di quei tragici momenti non cessa mai di tormentarci; gli occhi non riescono mai a restare immuni ogni qualvolta sentiamo il tuo nome, la voce non riesce a non tremare nel parlare di te.
Già, parlare di te... Cerchiamo di farlo il meno possibile, perché il dolore quello vero si cura nel silenzio anche se non potrà mai guarire, perché il vuoto che ci hai lasciato non si può colmare con delle parole...
Dire che ci manchi è inutile, sembra banale, ma è la cosa più vera che sentiamo..
Hai cambiato qualcosa in tutti noi tifosi, hai cambiato qualcosa in questa città, hai cambiato qualcosa nella vita di tutti i giorni dei tuoi compagni...
I tuoi compagni, quelli che vivono nello spogliatoio sentendo la tua presenza...quelli che da quel giorno in campo sono sempre in dodici...quelli che con il tuo tragico destino hai reso uomini...
E' nato un gruppo vero intorno a te, è rinata una tifoseria grazie a te...siamo tornati ad unirci di nuovo, abbandonando stupide polemiche e divisioni...siamo tornati a sentire nostra questa maglia, siamo tornati a lottare, a sognare, a sperare. E di questo devi esserne fiero

Davide Lanzillo

7 aprile 2013

CHE SPETTACOLO AL PICCHI!

Signore e signori, benvenuti allo spettacolo dell'Armando Picchi: con la regia di mister Nicola, con le interpretazioni esclusive di Paulinho ed Emerson e con la partecipazione straordinaria dei supporter dell'Aek Atene va in scena "L'armata amaranto". 
È consentito l'utilizzo di macchine fotografiche e di videocamere: la divulgazione delle immagini non è assolutamente proibita in quanto potrebbero costituire un modello di calcio e di tifo la cui emulazione è strettamente consigliata a tutti coloro che intendono avvicinarsi a questo sport. Inoltre si consiglia caldamente di non fare il minimo silenzio, poiché l'assenza di rumore potrebbe interferire con il regolare svolgimento dello spettacolo. Buona audiovisione a tutti.

Fantastico. Che sabato. Unico. Spettacolo nello spettacolo: spettacolo in campo, spettacolo sugli spalti, spettacolo di emozioni.
Pronti via e subito il primo grido: appena 53 secondi passati dal calcio d'inizio e Paulinho va in rete. E che rete. Un gioiello, da far vedere ai bambini che iniziano a tirare i primi calci ad un pallone. Un gol che è un capolavoro. 
Dopo 20 minuti ecco un'altra perla: Emerson insacca il 2-0 direttamente da calcio di punizione. Tripudio. In campo è un monologo amaranto: più volte viene sfiorato anche il terzo timbro. 
Intanto sugli spalti è una festa: bandiere amaranto si mescolano con quelle giallonere dell'Aek Atene; cori livornesi si mescolano con cori greci. Viene anche alzato uno striscione in ricordo del pompiere recentemente scomparso: piovono applausi da tutto lo stadio.
L'inizio del secondo tempo offre una sorpresa: la curva organizza una coreografia con lancio di "coriandoli" di giornale che regala un bellissimo colpo d'occhio. Sul campo la partita continua a non avere storia, il dominio del Livorno prosegue. L'attenzione torna a incentrarsi quindi sul pubblico e sulla sua parte più calda, dove l'iniziativa viene lasciata ai tifosi greci, giunti a Livorno per festeggiare il decimo anno di gemellaggio tra le due tifoserie. E sono proprio i tifosi greci a lanciare forte un grido contro i nostri cugini pisani: è l'apoteosi. I livornesi contraccambiano lanciando un coro contro il Paok Salonicco, acerrimo nemico dell'Aek Atene. È una festa. Una festa che sul campo riceve il brindisi finale con la realizzazione della terza rete, firmata dal livornese di Cecina Bigazzi. 
Finisce così, con i giocatori amaranto a salutare e a ringraziare una tifoseria che è sempre più orgogliosa di essere rappresentata da questa squadra. Forza ragazzi, avanti fino alla fine.

Davide Lanzillo




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