AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

10 marzo 2013

CHE BEFFA... MA ADESSO PENSIAMO AL VERONA

Commentare partite come quella di ieri è difficile. Da dove cominciare?Dalle papere di Fiorillo?Dai guizzi di un ritrovato Dionisi?Dalla prestazione super della squadra nonostante le numerose assenze?Beh, credo sia giusto partire proprio da quest'ultimo punto, anche perché gettare la croce addosso al povero Fiorillo non servirebbe a niente oltre ad essere ingeneroso: ricordiamoci di tutti i suoi interventi decisivi, dei risultati portati a casa con il suo essenziale contributo. Purtroppo ieri ha avuto una serata nera, ma per un portiere sono momenti che capitano. Passiamoci sopra senza drammi. 
Da sottolineare è invece la personalità con cui il Livorno ha giocato e dominato in lungo e in largo la partita. E tutto questo non era affatto scontato, anzi: basti pensare che le chiavi del centrocampo, a causa dei numerosi indisponibili, erano affidate a due ragazzi del '93, di cui se uno (Duncan) è diventato ormai una certezza, l'altro (Molinelli) non indossava la maglia da titolare addirittura dal lontano 25 agosto, in occasione della partita inaugurale del campionato a Castellamare di Stabia. 
La situazione di emergenza non ha comunque inciso sulla sicurezza e sulla prestazione della squadra, segno tangibile di un gruppo in cui tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile. Certo, tutti sappiamo che l'assenza di Siligardi toglie molto sul piano tecnico o che Molinelli non può garantire la stessa immensa quantità di lavoro prodotta da Luci, ma il Livorno di oggi ha ormai acquisito una sua ben precisa identità, indipendente dai suoi singoli interpreti. E ieri ne abbiamo avuto una lampante dimostrazione.
È stata infatti una delle migliori prestazioni offerte dagli uomini di Nicola in questo campionato: la differenza tra le due squadre in campo è stata evidente, tant'è che neanche i giocatori calabresi sanno come abbiano potuto realizzare tre reti in una partita in cui sono arrivati al tiro per sole quattro volte (di cui due con conclusioni dai 30 metri). Pareggiare una partita del genere rode, rode da matti. Tuttavia non c'è tempo per stare a rimuginare su quello che poteva essere e non è stato: tra soli cinque giorni ci aspetta una partita che forse non sarà decisiva, ma che potrà dire molto sul futuro del campionato; una partita che per i livornesi e per Livorno non è mai stata una partita qualunque, figuriamoci quest'anno, figuriamoci dopo la vergogna dei cori veronesi sentiti al Picchi nella gara di andata; una partita in cui sulla panchina avversaria siede un personaggio che si è dichiarato fiero di essere nemico di Livorno; una partita che è LA partita. Una partita da giocare con il cuore. 


Davide Lanzillo

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