AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

11 novembre 2012

CHE VITTORIA. CHE SQUADRA. CHE GRUPPO.

Che vittoria. Che squadra. Che gruppo. Ancora un'altra soddisfazione. Incredibile, da sogno. La classifica è sempre più bella: guardarla è una gioia per gli occhi. Terzo posto in classifica e 8 punti di vantaggio sulla quarta, già 9 vittorie in appena 14 giornate. Ma chi poteva immaginarselo? Chi avrebbe mai osato volare così in alto con la fantasia appena due mesi fa?
Società, squadra e allenatore continuano a ribadire che l'obiettivo del Livorno è solo la salvezza. Anche noi tifosi continuiamo a dircelo: "dobbiamo solo pensare a salvarci". Lo stesso sottoscritto prova a dirselo tra sè e sè, in un'opera di autoconvincimento che però non riesce. Non riesce perchè nell'osservare la classifica il mio sguardo non va a cogliere il vantaggio sulla zona play-out, ma inesorabilmente cade sulle prime posizioni: guarda i risultati di Verona e Sassuolo, non quelli di Pro Vercelli e Lanciano; conto i punti di vantaggio sulla settima in classifica, non sulla quint'ultima. Non solo, adesso conto anche il distacco che ci separa dalla quarta posizione, sperando irrazionalmente di poter arrivare a quei dieci punti di margine che non farebbero neanche disputare i play-off, ma che ci regalerebbero la promozione diretta.


La fantasia vola, la voglia di sognare abbatte qualsiasi altro pensiero. I più pessimisti (meglio noti come "gufi") insistono nel dire: "ma dove volete che arrivi questa squadra, è la stessa dello scorso anno". Non è proprio così però. Quest'anno ci sono degli innesti in più non proprio da poco: Emerson, Gemiti e anche il greco Gentsoglou, che si sta conquistando uno spazio sempre maggiore di partita in partita. Inoltre c'è un Siligardi super, le cui potenzialità si erano solamente potute intravedere nella scorsa stagione a causa degli infortuni; c'è un Paulinho ancor più cresciuto e maturato; c'è soprattutto un allenatore intelligente e preparato, che ha dato un vero gioco alla squadra, che ha creato autostima all'interno dei singoli giocatori.
Per il resto è vero, questa squadra è per buona parte la stessa dello scorso anno. Ma siamo proprio sicuri che sia un fattore negativo? Io non credo proprio. Questi ragazzi hanno vissuto un'annata disastrosa e umanamente drammatica, si sono uniti per non sprofondare e hanno trovato la forza per ripartire, tutti uniti, tutti insieme, in un blocco unico. Non dimentichiamoci che tutto è partito da qui, anche per noi tifosi. Da quel 14 Aprile ci siamo riavvicinati alla nostra squadra, ci siamo stretti attorno ai nostri colori, abbiamo ritrovato una fede che stava andando appannandosi, abbiamo ritrovato la voglia di incitare la squadra sempre, al di là dei singoli risultati.
Se il Livorno e la sua tifoseria sono rinati lo devono soprattutto a chi con la maglia amaranto addosso ci ha lasciato. Mai dimenticarselo.

Davide Lanzillo

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