AMARANTO NEL CUORE

AMARANTO NEL CUORE

31 dicembre 2012

2012: DALLA PAURA AL SOGNO. SENZA MAI DIMENTICARCI DEL MORO

Il 2012 finisce con un pareggio. Peccato, chiudere con una vittoria sarebbe stato il massimo per coronare una seconda parte di anno semplicemente strepitosa, ma possiamo essere più che soddisfatti anche così. Il campionato va in letargo lasciandoci in eredità un secondo posto da stropicciarsi gli occhi, con un vantaggio di 4 punti sul Verona multimilionario e ben 14 sul quarto posto. Scusate se è poco.
L'anno è finito in crescendo, sia per quanto riguarda i risultati della squadra (imbattuta da 12 giornate: 8 vittorie e 4 pareggi), sia per il pubblico, che finalmente oltre ad essere caldo è tornato anche numeroso, trasformando il Picchi in una bolgia infernale. Eccezionale soprattutto la curva nelle ultime due gare casalinghe, con un tifo da brividi e una bellissima coreografia di sbandieratori prima della partita contro la Juve Stabia. 
Adesso c'è quasi un mese intero per ricaricare le batterie, per poi ripartire ancora più carichi e ancora più motivati, sapendo che niente è stato ancora fatto ma che le premesse per rendere indimenticabile il 2013 ci sono tutte. 
Vi ricordate in che situazione arrivò la sosta nella passata stagione?! Avevamo appena perso in casa con il Brescia in una serata da lupi, con il libeccio che soffiava a 100 Km/h. Era la quinta sconfitta consecutiva, in un clima sempre più distaccato e pessimistico verso la squadra, con uno Spinelli deciso ad abbandonare la guida della società. Alla fine arrivò una salvezza sofferta, conquistata solo all'ultima giornata. È passato solo un anno da allora eppure è cambiato tutto: la squadra ora vince e diverte, ma soprattutto lotta; il pubblico è tornato vicino ai propri colori, sostenendoli sempre, anche nei momenti di maggior difficoltà e anche quando il risultato non arriva (indimenticabile la sera di Livorno - Spezia); Spinelli ha ritrovato un entusiasmo ancora maggiore di quando approdò a Livorno per la prima volta. 
In mezzo a tutto questo c'è stato un dramma, un dramma che non potremo mai dimenticare. È per questo che l'ultimo pensiero del 2012 non può che essere per il Moro, proprietario di quella maglia numero 25 che non solcherà più il prato del Picchi. In quell'attimo maledetto tutto è cambiato, tutto ciò che orbita intorno al Livorno Calcio ha ripreso vigore, ha subìto una scossa, si è verificata una rinascita collettiva, lenta ma inesauribile. 
Tutto è cambiato e non può essere un caso. Chissà, forse anche per Piermario tutto è cambiato, chissà che non sia lui a guidare tutti noi, squadra e tifosi, alla conquista di un sogno, un sogno che era anche il suo.


Davide Lanzillo

livorno juve stabia

27 dicembre 2012

RIMONTA FAVOLOSA: GRAZIE RAGAZZI!

Pazzi di gioia. Fantastico, indescrivibile, un Santo Stefano indimenticabile. 
Esaltazione, euforia, quasi commozione: c'è tutto questo al momento della terza rete firmata da Salviato, quella decisiva, quella che sigilla una rimonta incredibile, quasi epica. La gente si abbraccia, si scuote, schiaccia il cinque con il vicino di posto fino ad allora sconosciuto, che in quell'attimo diventa come il tuo migliore amico. Nessuno poteva aspettarsi tutto questo, nessuno poteva immaginarsi una giornata dalle emozioni così forti. La felicità si leggeva negli occhi dei tifosi, nello sventolio fiero delle bandiere, nelle sciarpe mostrate con un orgoglio sempre più ritrovato. 
A fine partita per la strade i clacson suonano impazziti: sembra la vittoria di un campionato, eppure è solamente la vittoria di una partita. Ma che partita. 
Un avvio shock: sotto di due reti dopo appena dieci minuti, quando ancora molti ritardatari non sono neanche arrivati sulle tribune. Qualcuno ha già il timore di rivivere il match contro lo Spezia, qualcuno già sottolinea la maledizione del pubblico delle grandi occasioni. Il tifo però non cessa. In fin dei conti da questa partita non abbiamo niente da perdere: il nostro bel campionato lo stiamo comunque disputando e uscire sconfitti contro la capolista non sarebbe certo un disonore. 
Il primo tempo finisce 2-0 per il Sassuolo. Nell'intervallo ascolti i pensieri della gente: quasi tutti metterebbero più che una firma su un pareggio, ma c'è chi si spinge oltre, azzardando un 3-2 finale per gli amaranto. Vai a pensare che avrebbe avuto ragione...
Il secondo tempo, infatti, scrive una storia diversa, che rovescia quella del primo. Prima Siligardi, poi Paulinho (con deviazione di Gentsoglou) e infine Salviato fanno impazzire l'Armando Picchi, trasformatosi in bolgia per tutti i secondi 45 minuti. 
Gli ultimi momenti prima del fischio finale sono pervasi di tensione, con il Sassuolo che prova disperatamente a raggiungere il pareggio. Ma è troppo tardi, non c'è più tempo per modificare un copione che sembra già scritto, non c'è più tempo per far vacillare la favola amaranto. I tre punti se li porta via il Livorno, tre punti che non servano solo alla classifica, ma che contribuiscano a regalare un sogno sempre più nitido.
Il Livorno vince e lo fa con merito, a dispetto delle dichiarazioni rilasciate dal mister degli emiliani                     Di Francesco, che troppo presto si era illuso di aver già vinto il campionato. Il Sassuolo è una gran bella squadra è vero, ma lo è anche il Livorno.


Davide Lanzillo

24 dicembre 2012

BEL PARI A BRESCIA. ASPETTANDO IL SASSUOLO...

Zero a zero. Strano ma vero per una squadra abituata a divertire ogni volta che scende in campo, abituata a segnare con facilità e a concedere inevitabilmente qualcosa anche agli avversari. Guai però a farsi ingannare dal risultato: lo spettacolo anche stavolta non è mancato. La partita è stata infatti bella, emozionante, con occasioni da rete per entrambe le squadre, con tanto di un rigore sbagliato a testa. Lo 0-0 finale è frutto soltanto del caso e della bravura dei due portieri, sempre reattivi e attenti ad opporsi ai tentativi avversari. 
Il pareggio è risultato giusto, figlio di una partita che ha visto il primo tempo (soprattutto nei primi 25 minuti) giocato meglio dal Brescia ed una ripresa dominata a lunghi tratti dal Livorno. Potremmo anche stare a recriminare per la mancata espulsione in occasione del rigore concesso per il fallo su Gemiti, ma preferiamo accontentarci e gustarci questo pareggio d'oro, ottenuto su un campo difficilissimo, un campo dove nessuno è riuscito a vincere, dove anche il Sassuolo era stato fermato sul pareggio e dove il Verona è uscito sconfitto e preso a pallonate.
Dobbiamo essere soddisfatti soprattutto per la prestazione della squadra, sempre più matura e sempre più di personalità. Reagire dopo un avvio di partita così sofferto, infatti, non era né semplice né scontato. Invece il Livorno ne è uscito con la sicurezza della grande squadra, anche grazie alle modifiche in corso d'opera apportate da mister Nicola, uno dei principali artefici di questo fantastico campionato. 
Gli incontentabili potrebbero osservare che è aumentato lo svantaggio dal Sassuolo capolista e che il Verona ci ha rosicchiato due punti, ma tutto ciò alla vigilia di questa giornata di campionato era abbastanza pronosticabile. Uno dei segreti di questa squadra è sempre stato quello di non stare a guardare troppo la classifica, di giocare partita dopo partita senza particolari assilli. E la situazione deve rimanere tale, anche per noi tifosi. Una prova di maturità ci aspetta già mercoledì, nella partitissima con il Sassuolo. È naturale che tutti noi sogniamo una vittoria, forse ancor più per il prestigio che ci darebbe che per la classifica, ma dovremo essere bravi ad accettare di buon grado anche un pareggio e a non fare drammi in caso di (malaugurata) sconfitta. Mercoledì sarà una specie di jolly: se arrivasse la vittoria, sarebbero tre punti extra per la nostra classifica e per il morale; se arrivasse il pareggio, sarebbe una ulteriore conferma delle nostre qualità; se arrivasse una sconfitta, non ne dovremo certo uscire ridimensionati: quest'anno la squadra è forte e lotterà fino all'ultimo per qualcosa di importante. A prescindere da mercoledì.


Davide Lanzillo

15 dicembre 2012

IL LIVORNO VOLA, MA IL PUBBLICO DOV'È?

Ma quanto ci stiamo divertendo?! Quanto stiamo godendo?! Quanto possiamo essere fieri?! Quante soddisfazioni ragazzi... Un'annata che acquista sempre più il sapore di un qualcosa di straordinario, di unico e irripetibile. Un percorso sempre più netto, sempre più costellato di successi, sempre più intriso di reti che da sole valgono il prezzo del biglietto. Soltanto l'osservare le statistiche di questo Livorno mette i brividi: già 13 vittorie e 40 reti segnate in appena 19 match disputati. Numeri da grande squadra,  numeri che assicurano il divertimento quando in campo ci sono gli amaranto.
Un percorso iniziato sottovoce, a fari spenti, senza alcun tipo di proclamo, ma che fin dalle prime giornate aveva lasciato intravedere una luce nuova. Adesso quella sensazione iniziale si è trasformata in qualcosa di più, è cresciuta giorno dopo giorno in silenzio, fino a diventare una certezza. Essere tornati protagonisti ci riempie di orgoglio, essere tornati a sognare ci ha fatto riscoprire un'emozione ormai dimenticata da tempo.
Tuttavia qualcosa che ancora non funziona c'è: le presenze allo stadio. Lo scorso anno lo spettacolo offerto dalle tribune del Picchi era deprimente e la motivazione trovata dagli "assenteisti" era indicata nello scarso rendimento della squadra. Ma quest'anno che scuse ci sono?! La squadra vola eppure gli spazi vuoti sugli spalti abbondano. Certo, la crisi economica c'è e colpisce duro moltissime famiglie, quindi chi non può frequentare lo stadio per cause così serie non ha bisogno di giustificazioni, anzi. La critica si rivolge invece a coloro che pur potendo decidono volontariamente di restare a casa "perchè fa freddo" oppure "perchè piove" oppure ancora "perchè sono contro i tornelli". Ma smettiamola. La verità è che ogni scusa è buona per starsene comodi sul divano con il telecomando tra le mani. Ma dov'è finito il livornese di una volta?! Dov'è finito quel pubblico che metteva paura agli avversari fin dal loro ingresso in campo per il riscaldamento?!
Ora sicuramente in occasione dell'impegno casalingo con il Sassuolo ci sarà ben altro colpo d'occhio, ma così è troppo facile. Troppo facile fare la presenza quando si gioca contro Spezia, Verona o Sassuolo e disertare quando di fronte c'è il Grosseto o la Ternana. Forse c'è ancora chi non si rende conto fino in fondo di quello che sta costruendo questa squadra e di ciò che stanno facendo questi ragazzi.
Se il Livorno vola, altrettanto ancora non si può dire per il suo pubblico. 
Vogliamo iniziare a volare anche noi?!


Davide Lanzillo

2 dicembre 2012

E ADESSO I GUFI COSA DIRANNO?!

Da sballo. E chi ci ferma più adesso?! Certo, pensare di vincere sempre è impossibile, inevitabilmente arriveranno pareggi e anche qualche sconfitta, ma è il gioco di questa squadra più che i risultati a farci sognare, a farci sognare qualcosa di impensabile e impronunciabile. A settembre c'era chi ti prendeva per matto se provavi ad azzardare che il Livorno quest'anno avrebbe potuto lottare per un posto nei play-off. C'era chi ti rideva in faccia, in particolar modo quelli che di mestiere fanno i gufi, che (chissà per quale motivo) godono nel vedere la squadra della propria città perdere e magari poi fanno i cortei per festeggiare lo scudetto di una Juventus o di un Milan qualsiasi. Adesso però a godere siamo noi; siamo noi a godere nel vederli rosicare e a veder svanita la voglia di sbeffeggiarci. 
Ma adesso cosa diranno?! Che scuse troveranno per sminuire le imprese dei nostri ragazzi?! Continueranno a dire che noi vinciamo perché troviamo di fronte squadre scarse?! A inizio campionato si giocavano questa carta difensiva: era scarsa la Juve Stabia e guardate adesso dov'è; era scarso il Padova che adesso occupa la quarta posizione; era scarso il Cittadella, tanto scarso che ha sconfitto Sassuolo e (quasi) Verona. 
Abbiamo disputato 17 partite e ne abbiamo vinte 12. Una riflessione ci sorge allora spontanea: sono tutte così scarse le squadre che abbiamo affrontato o è il Livorno ad avere valori superiori alla media?! La risposta è ovvia e i numeri parlano chiaro. Così come 12 partite su 17 non si vincono a caso, allo stesso modo 35 reti non vengono realizzate per aiuto caduto dal cielo.
Godiamo anche nel vedere i mass media che, nonostante il secondo posto, continuano a trascurarci. Avete visto la trasmissione RAI dedicata alla serie B? Il Livorno ha vinto 4-0, ma loro hanno trovato più giusto parlare del Grosseto. Analoga situazione si verificò dopo il 4-1 di Ascoli, dove invece di elogiare la partita con i fiocchi di Paulinho o Siligardi passarono minuti decantando la forza dell'attaccante ascolano Zaza, che, per la cronaca, in quella partita non ne indovinò mezza. Stanno rosicando anche loro, ma a noi non può che farci piacere: più rosicano e più vinciamo.


Davide Lanzillo 

24 novembre 2012

INIZIAMO A SOGNARE...



Che goduria. Ma da quant'è che non arrivava una vittoria nei minuti di recupero? Eravamo abituati a subire solamente beffe nell'extratime, vedi Lanciano e soprattutto le partite della scorsa stagione. Stavolta  invece è toccato a noi gioire quando ormai più nessuno se lo aspettava, dopo una partita difficile e sofferta. E proprio per questo la vittoria ha un sapore ancora più dolce, da goderci per giorni. Se vinciamo anche quando le prestazioni non sono scintillanti, vuol dire che questo potrebbe essere proprio l'anno buono. Buono per cosa ?! Beh, nessuno di noi vuole dirlo esplicitamente, un po' per scaramanzia e un po' per la paura di restare delusi, ma tutti ci stiamo facendo più che un pensierino dentro di noi. Stiamo iniziando a sognare, ma sogniamo sottovoce quasi per paura di svegliarci; c'è l'emozione di essere tornati grandi, ma manteniamo l'umiltà dei più poveri. Forse è proprio questo il segreto di questa annata in cui al momento sta girando tutto alla perfezione: è il segreto sia della squadra, sia della tifoseria. Si è creato un blocco unico, una mentalità unica e una voglia di rinascere unica, come se giocatori, allenatore, staff tecnico, dirigenza e tifosi costituissero un'unità inscindibile.
Il clima è cambiato: si respira qualcosa di nuovo non solo allo stadio, ma anche per le strade, dove parlare del Livorno è tornata nuovamente una costante. L'atmosfera sta diventando magica per tutti noi che amiamo il Livorno.
Che qualcosa di diverso ci sarebbe stato in questa stagione l'avevamo già capito mesi fa, quando in una mattina di Agosto ci siamo risvegliati con la città ricoperta da striscioni e bandiere amaranto. Quello era il primo segnale, una sorta di felice presagio. E adesso non vogliamo più fermarci.


Davide Lanzillo


18 novembre 2012

È un Livorno da applausi

Che dire ancora?! Un altro sabato felice, un'altra vittoria, un'altra gioia. Ci stiamo divertendo come non accadeva ormai da qualche anno. Abbiamo un gruppo di ragazzi seri, una squadra che sa giocare e delle individualità che per la serie B sono più che un lusso.
Il secondo posto in classifica è da favola, ma sapete qual è la sensazione più bella? È quella che questa squadra abbia ancora margini di miglioramento, un potenziale ancora non del tutto espresso. 
Abbiamo iniziato il campionato vincendo, ma i più critici avevano già puntato il dito contro la difesa, accusata di subire troppe reti. Ebbene anche questo problema sta andando pian piano risolvendosi. Lo dicono le statistiche: solamente 3 reti subite nelle ultime 5 giornate. E tutto questo senza che la fase offensiva ne abbia risentito: la squadra ha continuato a pungere gli avversari, confermandosi il miglior attacco del campionato. Il timore di avere una coperta corta sta svanendo.
C'è stato anche un grandissimo miglioramento sulle palle inattive a sfavore: a inizio stagione erano un pericolo costante, adesso raramente si tramutano in pericoli concreti per la retroguardia.
Abbiamo iniziato la stagione con un Emerson che ancora non conoscevamo, che era impossibile immaginarsi a certi livelli; abbiamo iniziato con un Gentsglou che ancora era un oggetto misterioso, con poche apparizioni sul terreno di gioco: adesso il greco sta crescendo di partita in partita, prendendo in mano le chiavi del centrocampo; abbiamo iniziato con uno Schiattarella che ormai non era più gradito a buona parte della tifoseria: ora è diventato l'uomo in più che corre per due, che difende e che attacca, senza sosta; abbiamo iniziato con un po' di scetticismo riguardo i nostri portieri, invece prima Mazzoni e poi Fiorillo si sono dimostrati ben più che all'altezza; abbiamo iniziato con un Siligardi che sapevamo essere un buon giocatore, ma a livelli così alti forse nessuno se lo sarebbe mai immaginato; abbiamo iniziato con il timore di essere anche quest'anno fragili in casa, soprattutto dopo le partite contro Cittadella, Spezia e Verona: paura smentita dai risultati, con le ultime 3 vittorie consecutive all'Armando Picchi.
Insomma, è un Livorno che piace, che gioca con il cuore ma anche con la tecnica, che dimostra di correggere i propri difetti strada facendo, cercando di migliorarsi partita dopo partita. Avanti così dunque, magari cercando di essere ancora più numerosi allo stadio.


Davide Lanzillo


11 novembre 2012

CHE VITTORIA. CHE SQUADRA. CHE GRUPPO.

Che vittoria. Che squadra. Che gruppo. Ancora un'altra soddisfazione. Incredibile, da sogno. La classifica è sempre più bella: guardarla è una gioia per gli occhi. Terzo posto in classifica e 8 punti di vantaggio sulla quarta, già 9 vittorie in appena 14 giornate. Ma chi poteva immaginarselo? Chi avrebbe mai osato volare così in alto con la fantasia appena due mesi fa?
Società, squadra e allenatore continuano a ribadire che l'obiettivo del Livorno è solo la salvezza. Anche noi tifosi continuiamo a dircelo: "dobbiamo solo pensare a salvarci". Lo stesso sottoscritto prova a dirselo tra sè e sè, in un'opera di autoconvincimento che però non riesce. Non riesce perchè nell'osservare la classifica il mio sguardo non va a cogliere il vantaggio sulla zona play-out, ma inesorabilmente cade sulle prime posizioni: guarda i risultati di Verona e Sassuolo, non quelli di Pro Vercelli e Lanciano; conto i punti di vantaggio sulla settima in classifica, non sulla quint'ultima. Non solo, adesso conto anche il distacco che ci separa dalla quarta posizione, sperando irrazionalmente di poter arrivare a quei dieci punti di margine che non farebbero neanche disputare i play-off, ma che ci regalerebbero la promozione diretta.

4 novembre 2012

PARLIAMO DI ARBITRI...

Il Livorno ha vinto, ha conquistato la seconda vittoria consecutiva tra le mura amiche e, soprattutto, ha creato un solco in classifica dalle inseguitrici. C'è da essere orgogliosi e felici, estasiati da dei risultati forse impronosticabili alla vigilia del campionato. Tuttavia un motivo per cui essere indispettiti e arrabbiati esiste: gli arbitraggi. Apriamo questa polemica subito dopo un successo, restando così al riparo da eventuali accuse di vittimismo.
Nessuno a Livorno ha dimenticato l'arbitraggio in occasione della partita contro il Verona (con un rigore non concesso e una rete annullata a Paulinho per un fuorigioco inesistente) e a nessuno è sfuggito ciò che è avvenuto nel'immediato impegno successivo degli scaligeri, che ha visto la squadra di Mandorlini impegnata al Bentegodi contro il Lanciano. La partita stava avviandosi al termine con uno scialbo 0-0 quando il direttore di gara ha pensato bene di inventarsi un rigore espellendo il portiere ospite per un presunto fallo su chiara occasione da rete. Non c'è bisogno di aggiungere altro: le immagini parlano chiaro.
Si dirà: ma gli arbitri sono in buona fede, sbagliano perchè sono scarsi. Sarà, ma chi scrive alla buona fede ha smesso di crederci da un pezzo. Potrà anche essere un caso, ma certi errori avvengono solo e sempre in un'unica direzione (e di esempi ne abbiamo a bizzeffe, basta guardare anche ciò che sta accadendo in serie A). Scommettiamo che se quell'intervento fosse stato compiuto dal portiere del Verona l'arbitro non ci avrebbe neanche pensato a concedere il rigore? Scommettiamo che se fosse stato Cacia e non Paulinho a insaccare in rete il guardialinee non avrebbe mai alzato la bandierina?


31 ottobre 2012

Beffa finale, ma la squadra è viva

Un po' di delusione c'è, inutile negarlo: vedere una vittoria sfuggire nei minuti di recupero non può non lasciare l'amaro in bocca. La delusione c'è perché il successo era ampiamente alla portata degli amaranto, padroni del campo per almeno un'ora di gioco. Il Lanciano, da parte sua, si è dimostrato ben poca cosa, soprattutto nei suoi attaccanti, spesso imprecisi e inconcludenti (e non a caso il peggior attacco della serie B, con appena 8 reti segnate). Tuttavia quando la partite non vengono chiuse il rischio di subire la beffa c'è sempre e, purtroppo, così è stato. Il Livorno, infatti, ha avuto il demerito di accontentarsi del misero golletto di vantaggio (prima rete stagionale per Belingheri), senza cercare con più insistenza il colpo del K.O. Peccato, perché ogni volta che gli amaranto provavano ad accelerare davano sempre l'impressione di poter mettere in difficoltà la retroguardia abruzzese; peccato anche perché in caso di vittoria in classifica si sarebbe creato un vero e proprio vuoto tra il Livorno e il duo Padova - Juve Stabia, appaiate al quarto posto. 
Questa è stata la pecca del Livorno visto martedì sera: quando le partite le hai in pugno vanno uccise. Se così non accade dai la possibilità agli avversari di inseguire fino all'ultimo istante il pareggio. 
Detto ciò, non è il caso di fare drammi o disperarsi più di tanto. La prestazione c'è comunque stata e il Livorno ha giocato per lunghi tratti con la personalità della grande squadra, mantenendo il possesso palla e il pallino del gioco con un buon fraseggio in mezzo al campo, nonostante l'assenza per squalifica di Emerson. La situazione di classifica, inoltre, è lusinghiera e sempre ben al dì sopra delle aspettative di inizio stagione. 
Adesso è il momento di lasciarsi alle spalle questo pareggio e puntare l'attenzione verso i nostri prossimi avversari, quel Bari che tolti i sette punti di penalizzazione sarebbe quasi a ridosso della squadra di Nicola.
Match difficile e di alta classifica quindi, in cui fondamentale sarà il sostegno della tifoseria, chiamata a sostenere ed incitare la squadra dal primo all'ultimo minuto, con una curva in grado di creare ancora una volta una bolgia. Ma su questo non abbiamo dubbi.

Davide Lanzillo


27 ottobre 2012

Avanti Livorno: proviamo a sognare

Si dice sempre che occorrono una decina di giornate per valutare i reali valori di una squadra. Beh, adesso di giornate ne sono passate undici e i numeri parlano chiaro: sette vittorie, un pareggio e tre sconfitte, per un totale di 22 punti in classifica, uno in più di quanti il Livorno ne aveva conquistati nell'intero girone di andata della scorsa stagione. Di queste sette vittorie non ce ne ricordiamo neanche una conquistata in maniera immeritata e fortuita, anzi: i sette successi, soprattutto i quattro in trasferta, sono arrivati nettamente e attraverso un gioco convincente.
Le tre sconfitte, invece, non hanno mai visto un Livorno in balìa degli avversari. Escludendo la non partita contro lo Spezia (giocata quasi per intero con un uomo in meno), il Livorno in casa ha sì sofferto contro il Verona, ma nonostante tutto era riuscito ad arrivare al pareggio se non fosse stato annullato incredibilmente il regolarissimo gol di Paulinho a cinque minuti dal termine. In trasferta l'unico K.O. è arrivato a Modena, dove è vero che gli amaranto non hanno disputato una partita brillante, però neanche hanno mai subito gli emiliani ed il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto.

21 ottobre 2012

VERGOGNA


Vergogna. Non troviamo altre parole per descrivere il comportamento dei "tifosi" dell'Hellas Verona. Uno schifo. Un'indecenza. Non bastavano i saluti romani, non bastavano i cori fascisti e gli insulti razziali. No, alla vergogna non c'è mai fine. Gli "uomini" che occupavano il settore ospiti dell'Armando Picchi hanno pensato bene di infangare la memoria del povero Piermario Morosini. Allucinante. Da non credere. Abbiamo sopportato a fatica svastiche e canzonette riecheggianti il periodo più buio della società italiana, ma adesso ci si è spinti troppo oltre il limite. Vilipendere la memoria di un ragazzo scomparso su un campo di calcio no, non è tollerabile, non è da persone sane. 
Il popolo livornese ha il diritto di alzare la voce, ha il diritto di chiedere pene esemplari per questi scellerati e le istituzioni hanno l'OBBLIGO e il DOVERE di prendere seri provvedimenti. Non ce ne frega niente se la società dell'Hellas Verona si è preoccupata subito di diffondere un comunicato di scuse, comunicato, fra l'altro, che non convince proprio per nulla, con la dirigenza gialloblu intenta a sottolineare l' "orgoglio per una tifoseria sempre impeccabile". Vergognoso il comportamento della tifoseria e vergognoso, a nostro avviso, anche il comunicato della società.
A proposito della dirigenza veronese, hanno colpito negativamente anche le parole rilasciate da Giovanni Gardini, attuale direttore generale del Verona e componente della società amaranto nella scorsa stagione. Lui che quel maledetto 14 Aprile era in campo a Pescara, lui che compare in immagini televisive che hanno fatto il giro del mondo in lacrime nel momento del dramma, si è sforzato di minimizzare l'episodio, parlando di un piccolo numero di individui come protagonisti del becero coro. No caro dottor Gardini, lei non si può permettere. Non può permetterselo per quello che ha vissuto sulla sua stessa pelle. Anche fosse stato un solo tifoso a pronunciare certe frasi, andava presa una posizione forte di condanna, SENZA SE e SENZA MA.Lei si è dimostrato schiavo della pseudotifoseria della società per cui lavora.
Infine, sul terreno di gioco, vergognoso è stato (come al solito) il comportamento dell'allenatore dei veneti, mister simpatia Andrea Mandorlini. Non contento di avere infiammato la vigilia della partita con dichiarazioni assurde e inopportune ("sono orgoglioso di essere nemico di Livorno"), al momento della rete del 2-0 della sua squadra si è voltato verso le tribune con il dito medio alzato. E questo sarebbe un professionista...
Così come certi individui autori di cori indecorosi dovrebbero essere rinchiusi a vita per la loro inciviltà, certi allenatori non dovrebbero più vedere un campo di calcio neanche dalla televisione.

PIERMARIO SEMPRE CON NOI

Davide Lanzillo

15 ottobre 2012

Pronto riscatto: Reggina battuta

Il Livorno è ripartito. È ripartito da dove aveva lasciato, senza alcun tipo di scorie. Lo Spezia e quella sconfitta sono stati dimenticati, gettati in un angolo come se quella partita non fosse mai stata giocata. Il Livorno riparte da dove aveva lasciato, ovvero vincendo a suon di gol.  Lo fa nonostante l'assenza di Luca Siligardi (già a quota 6 reti) e un atteggiamento tattico notevolmente cambiato da mister Nicola: non più il classico 4-3-3 visto fino ad ora, ma un più robusto 4-4-2, con l'inserimento di Belingheri e Schiattarella a centrocampo, dove ha ritrovato spazio anche Emerson dopo due apparizioni da centrale difensivo. 
La mancanza del tridente non si vede: Paulinho e Dionisi bastano per mettere a ferro e fuoco la difesa calabrese, insaccando per tre volte la sfera alle spalle del portiere Baiocco (una doppietta di "Dio" e una splendida rete del brasiliano). Non tutto, però, è stato semplice. 

11 ottobre 2012

Cronaca di una serata indimenticabile (Livorno - Spezia)

Si può essere orgogliosi dopo un 1-5 incassato in casa e per di più contro gli odiati  spezzini?
Si, possiamo esserlo. Possiamo esserlo perché quello che è accaduto sul terreno di gioco non ha importanza se confrontato con ciò che è avvenuto sugli spalti.
Siamo al 10° minuto del secondo tempo, lo Spezia ha appena segnato lo 0 - 4 con Antenucci. Ci si attenderebbe   uno stadio ammutolito, vivacizzato solo dai festeggiamenti dei tifosi ospiti.

Ci si attenderebbe mugugni, qualche fischio, tanto silenzio di delusione per una partita così tanto attesa e così pesantemente persa. Se lo aspetterebbe chi non conosce a fondo i livornesi, chi non conosce l'amore di questo popolo per la maglia amaranto; se lo  aspetterebbe anche chi pensava che il ritrovato feeling tra squadre e tifosi dipendesse solo dai recenti risultati positivi. Invece dalla curva nord si alza un coro fortissimo, un boato: "Forza magico Livorno/ vinci ancora per gli ultrà / questa curva amaranto/canta sempre e non si lascia rallentar!".

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